Vita reale o digitale? Davvero l’una esclude l’altra, oppure possono coesistere pacificamente in una Comunità Educante? L’importante è trovare il giusto equilibrio, ma come? Lo abbiamo chiesto a Marcello Naldini, Presidente della Società Cooperativa Sociale IL FARO e artefice del “Progetto DI.GI.TAL MIN.D.S.?”:
“In una realtà pandemica e di transizione digitale, di che cosa hanno veramente bisogno i ragazzi e le ragazze? Questa è la domanda che ci siamo posti quando abbiamo cominciato a pensare al progetto. Osservando il comportamento dei giovani in un momento storico particolare, e interrogandoci nei tavoli di lavoro con i partner di progetto, ci siamo orientati sulla proposizione di attività a supporto della costruzione di una comunità educante”.
È con questo proposito che è nato “DIGITAL MINDS?”, con l’intento di restituire ai ragazzi la relazione “reale”, in una fase epocale di digitalizzazione, mettendo a sistema il dialogo (fra generazioni diverse) e attraverso una “progettazione partecipata” per la creazione di un modello di comunità educante integrato, stabile, inclusivo e multidimensionale.
Evocativo il titolo coniato dall’Ufficio Progetti della Cooperativa Il Faro, ovvero DI.GI.TAL MIN.D.S?, acronimo ricavato dai vocaboli cardine del progetto: “DIsagio GIovanile (e) TALenti: MINori Digitalizzati (o) Socializzazione?”.
I BISOGNI SOMMERSI DI UNA COMUNITÀ
Come si costruisce una Comunità Educante? Quali sono le azioni concrete che possono “cementarne” i punti di riferimento? Quali gli strumenti impiegati per edificare la “muratura portante” di questa comunità e consolidare l’unione dei suoi membri?
Di questo e molto altro si è parlato al tavolo tecnico appositamente riunito per la presentazione ufficiale di DI.GI.TAL MIN.D.S? nella mattinata del 1 Marzo, presso la Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti di Macerata.
La pandemia ha accelerato in modo “feroce” un disagio che già esisteva. Le persone, e in particolare i giovani, hanno iniziato a rifugiarsi in un isolamento digitale. Si sono perse alcune abilità sociali come il saper stare insieme, interfacciarsi, confrontarsi, conoscersi, la trasmissione dei valori, etc. In un simile quadro è emersa la necessità di un intervento efficace attraverso la creazione di una Comunità Educante radicata sul territorio e attenta al benessere della collettività. Una Comunità orientata al soddisfacimento di quei bisogni immateriali che difficilmente possono essere soddisfatti in maniera individuale.
Le MACROAZIONI della COMUNITÀ EDUCANTE
Ebbene, con la stessa vena creativa che ha generato un progetto tanto ambizioso quanto necessario, sono state altresì battezzate le MACROAZIONI cardine, ovvero:
- METODI (MEno TOols DIgitali) – una “cassetta degli attrezzi offline” completa di servizi per l’orientamento, coaching, supporto allo studio e ascolto psicologico per vivere serenamente la transizione digitale post-pandemica;
- RETE (Ri-generazioni E Territori Educanti) – “stagioni umane” e territorio intrecciati in una salda rete di laboratori intergenerazionali, attività ludico-ricreative, supporto alla genitorialità e formazione;
- TELA (Talenti E Legami Affettivi) – intessuta con gruppi di dialogo e ascolto per genitori, incontri formativi sui temi dell’adolescenza, percorsi di alfabetizzazione emotiva e confronto per giovani e giovanissimi;
- COME IN (COMunità Educante INtorno) – uno spazio sociale, collettore di tanti di Sé, strutturato con seminari, convegni, focus group e colloqui formativi rivolti a famiglie, docenti e operatori.
Pronti, partenza, via! con le azioni del progetto guidato da Il Faro Società Cooperativa Sociale Onlus e selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che vede la compartecipazione di APSP “IRCR Macerata”, Piombini Sensini Onlus e Human Foundation.