Siblings si nasce o si diventa? La risposta è: si nasce e si diventa!
È ormai prassi consolidata usare il termine “siblings” per indicare i fratelli e le sorelle di persone con disabilità. I SIBLINGS, diversamente dai genitori, non esperiscono la disabilità del fratello o sorella in una fase adulta, non affrontano questo “evento critico” dopo aver raggiunto una completa maturazione personale, bensì si trovano immersi nella stessa generazione dei fratelli con disabilità. Diventano grandi insieme.
I siblings si trovano faccia a faccia con la disabilità lungo il proprio percorso di formazione individuale, la loro identità è ancora in divenire quando la disabilità entra a gamba tesa nella loro vita. I siblings crescono gomito a gomito con il loro fratello o sorella con disabilità, si confrontano continuamente con un contesto familiare permeato dalla disabilità e magari sottoposto ad un certo stress quotidiano, ne consegue la costruzione di una personalità che assorbe inevitabilmente il fenomeno della disabilità, introiettandolo al proprio interno.
Per questo motivo necessitano di un’attenzione in più, di interventi educativi capaci di promuovere il loro benessere e di riflesso il benessere dell’intero nucleo familiare, di attività finalizzate al potenziamento dei fattori protettivi e di supporto nelle sfide aggiuntive che la condizione di siblings comporta.
STORIA di 1 SIBLING
La mamma: 43 anni, professione casalinga, scrittrice per passione con un debole per la lettura (divoratrice seriale di libri insieme al papà) … ma parliamo delle sorelle!
La primogenita di 11 anni è una tipa riservata (per alcuni) ed estroversa per altri (la sua famiglia), un vulcano di energia con un grande senso del dovere. Ama danzare e leggere.
La secondogenita, sopraggiunta dopo quasi 3 anni, è una tipa socievole, a volte testarda, di una simpatia irresistibile. Ama danzare e leggere.
Chi è la sibling? Hai indovinato?
Sono due bambine felici, unite da un forte legame, amano stare insieme e anche bisticciare.
La domenica mattina Adele (nome di fantasia) sveglia la sorella minore Nina (nome di fantasia) per invitarla ad intrufolarsi nel suo lettino a scambiarsi confidenze reciproche – chiacchiere da sorelle, insomma!
Quando Nina intona uno starnuto o accenna un colpo di tosse, dovuto all’eccessiva salivazione, Adele si preoccupa. È una sorella molto apprensiva, forse un po’ troppo, una volta Nina le ha addirittura urlato in faccia: “Non sei mia mamma!”.
Il suo istinto protettivo è inevitabile, ha imparato in tenera età che un normale disturbo di salute può rappresentare una seria minaccia per la sorella, per precauzione non ha frequentato l’asilo, al fine di minimizzare i rischi di contagio a svantaggio di Nina (a dirla tutta quest’astensione dal nido non le è dispiaciuta affatto, è stato uno spasso starsene a casa con mamma e sorellina!).
Fino all’anno scorso amavano giocare al “Teatrino della Lettura”: allestivano un mini sipario nel letto a castello, si accomodavano nel letto inferiore (o come lo definiscono loro “sotto al letto”, generando l’idea fuorviante di andare a divertirsi sotto la rete del materasso!) e davano il via a letture fantastiche corredate da mini recite.
C’è un momento preciso, però, che ha segnato il viaggio di consapevolezza interiore di Adele.
CONSAPEVOLMENTE SIBLINGS
Spazio Siblings Lab è un percorso di gruppo, offerto dalla cooperativa IL FARO in collaborazione con l’ASP Paolo Ricci, dedicato ai Siblings tra gli 8 e i 13 anni.
L’obiettivo di questo “laboratorio” è quello di creare un contesto protetto dove i siblings possono trattare liberamente il tema della disabilità, assistiti da educatori presenti in veste di facilitatori.
Nello specifico le finalità sono:
- Permettere ai siblings di incontrare altri siblings che condividono la stessa esperienza, dunque di sentirsi meno soli
- Aiutare i siblings a sviluppare una migliore comprensione dei bisogni dei loro fratelli/sorelle
- Migliorare e rafforzare la comunicazione fra i fratelli, le loro famiglie e i loro amici
- Aiutare i siblings a sentirsi speciali e apprezzati, non solo nelle loro famiglie, ma anche nella relazione con gli altri
- Assistere i siblings nell’identificazione dei sentimenti positivi e negativi legati al ruolo di fratello di una persona con disabilità.
All’interno di questo ambiente divertente e costruttivo, Adele ha potuto toccare con mano cosa significa davvero mettersi nei panni della sorella e ha realizzato che non è sola, che può condividere i suoi conflitti interiori con tante altre “Adele” alle prese con le disabilità dei rispettivi fratelli.
In questa cornice partecipata Adele ha riacquistato fiducia nel prossimo e si è riconciliata con quella parte di sé che faceva fatica ad accettare o ad ammettere i suoi super poteri di Sibling!
Il suo primo giorno di scuola in prima media si è presentata come: “Orgogliosamente sorella di una bambina con sindrome di Down”.