OSS: figura professionale intrisa di umanità

OSS Figura Professionale
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

 

Quella dell’OSS è una figura professionale sempre più richiesta, le sue competenze tecniche sono indispensabili al benessere dell’assistito e imprescindibili per una qualità di vita che sia sostenibile per il soggetto ricevente nonché per i familiari dello stesso.

I requisiti che l’Operatore Socio Sanitario deve soddisfare sono molteplici, si tratta senz’altro di un profilo professionale poliedrico che contempla capacità ad ampio spettro quali:

  • Assistenza sanitaria e terapeutica
  • Ausilio nell’igiene personale
  • Preparazione e somministrazione pasti
  • Sterilizzazione di ambienti e attrezzature
  • Monitoraggio stato di salute psico-fisica dell’assistito

*(solo per citarne alcune)

Questo è quello che ci si aspetta a livello pratico da un OSS, ma c’è un compito che non viene citato in nessun curriculum e che ogni OSS spesso assolve (più o meno consapevolmente): rappresentare l’unica forma di contatto con il mondo esterno per l’assistito, specie nel caso di pazienti allettati o condizionati da scarsa mobilità.

 

OSS: un mondo, anzi il mondo!

 

Per i soggetti con disabilità, affetti da impedimenti tali da non consentirne la convivenza all’interno del proprio nucleo familiare, le RSA e le RSD offrono senza dubbio la soluzione ottimale per meglio garantire la protezione e il supporto necessari, le cure costanti, l’assistenza continua … ma questo contenimento all’interno di un ambiente dedicato, contribuisce talvolta a diminuire le possibilità di socializzazione, che di fatto si riducono alle mere interazioni intrattenute con gli OSS di turno.

A maggior ragione, durante il periodo di confinamento indotto dal COVID, gli ospiti delle residenze per anziani e per disabili hanno sofferto drammaticamente questa penuria di relazioni umane.  Il divieto di accesso imposto ai visitatori esterni, l’ingresso negato ai familiari, il senso di abbandono avvertito dai pazienti e i conseguenti sensi di colpa maturati dalle persone care per l’assenza obbligata, hanno inferto una ferita davvero profonda nella sfera personale di ciascuno, e gli operatori socio sanitari, impegnati a fronteggiare questo particolare periodo di emergenza, si sono trovati a dover tamponare con la loro presenza dei vuoti incolmabili.

Alcuni OSS hanno cercato di colmare la carenza degli affetti familiari inaugurando una “Stanza degli Abbracci”, ovvero un locale dove letteralmente venivano dispensati degli abbracci per mezzo di manicotti di plastica, un luogo speciale dove venivano erogate coccole a volontà senza rinunciare alla sicurezza sanitaria Covid.

L’operatore socio sanitario può con la sua sensibilità attenuare le criticità di alcune situazioni, magari ironizzando sulle difficoltà dell’assistito – senza mai urtare la dignità della persona e rispettandone le capacità. L’OSS può instaurare una tale sintonia con il paziente da riuscire ad incarnare un vero e proprio ponte comunicativo con i suoi familiari, un elemento di congiunzione che incoraggia il superamento di alcune resistenze, che facilita l’avvicinamento delle parti spronando l’incontro delle fragilità di ognuno affinché si compia un armonioso processo di inclusione.

Dietro la figura professionale dell’OSS si cela un mondo, un mondo davvero complesso, anzi, spesso nel suo ruolo si concentra il “MONDO”, quello dove può affacciarsi il paziente … un posto rassicurante come quello offerto dalle premurose cure dei nostri operatori!

 

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Scopri tutte le novità riguardanti il mondo Faro