A seguito delle denunce per violenza domestica di una donna italiana, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è intervenuta con sentenza del 16 giugno 2022, riscontrando una violazione da parte dell’Italia dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. La disposizione stabilisce che: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
La signora ha dichiarato alla Corte di aver subito violenza domestica da parte del marito dal 2013 dopo la loro separazione. La donna ha sporto 7 denunce perché il marito l’ha minacciata, l’ha maltrattata, le ha fatto violenza fisica, l’ha registrata senza il suo consenso, l’ha perseguitata e molestata e ha maltrattato anche i figli. Il tutto è stato documentato dalle Forze dell’Ordine e dai Servizi Sociali.
Nonostante ciò, purtroppo la magistratura ha ritenuto che la documentazione presentata non fosse sufficientemente dettagliata e che le dichiarazioni della donna non fossero sufficientemente affidabili. E questo le donne che denunciano se lo sentono dire molto spesso: “mancano le prove”, “abbiamo bisogno di fatti”.
Purtroppo i fatti ci sono: dall’inizio del 2022 i femminicidi sono stati 51. Giulia, ad esempio, aveva 16 anni ed è stata uccisa dal padre che poi ha ucciso anche la madre Stefania; Carol, che aveva 26 anni, è morta per mano dell’ex fidanzato; Alice invece, 34 anni, è stata accoltellata dal fratello. Sono mariti, compagni, padri, fratelli. Uomini che non accettano la fine di una relazione, che non sono disposti a ricevere un no e che non tollerano la libertà di scelta di una donna.
In questi anni, noi come Cooperativa abbiamo deciso di fare la nostra parte. Dal 2015 sono attive due strutture di accoglienza, uno sportello antiviolenza a Civitanova Marche (MC) e dal 2019 gestiamo il Centro Antiviolenza Provinciale SOS DONNA a Macerata e gli sportelli di Castelraimondo (MC) e Porto Recanati (MC).
Da gennaio 2022 sono 157 le donne che hanno chiamato il Cav di Macerata; nelle strutture di accoglienza inoltre, ad oggi abbiamo ospitato 9 donne e 12 minori. Per fronteggiare questo grave fenomeno, ci occupiamo quotidianamente di accogliere e ascoltare le donne, attraverso percorsi di sostegno psicologico, consulenza legale, gruppi di auto-mutuo aiuto, tirocini di inclusione sociale e di sviluppare laboratori psico-educativi per i figli e le figlie delle donne che incontriamo.
Oltre a tali attività, crediamo che sia fondamentale educare le giovani generazioni ai temi della parità di genere, al contrasto delle varie forme di discriminazione e al rispetto dei diritti umani. Per cui, ci impegniamo ogni anno in progetti di sensibilizzazione e formazione nelle scuole, università e nel nostro territorio provinciale.