Il Centro Orizzonte: un “faro” per chi vive la disabilità

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La disabilità rappresenta uno spettro comprendente una molteplicità di manifestazioni: il nostro obiettivo è dare a ciascuna di queste varietà la possibilità di raggiungere una maggiore autonomia attraverso percorsi costruiti su misura di ognuno e ognuna.

Al Centro Orizzonte, Centro ambulatoriale riabilitativo accreditato dalla Regione Marche, offriamo diagnosi e trattamenti strutturati sulla base delle esigenze specifiche, per migliorare la qualità di vita di bambini e bambine con disabilità e delle loro famiglie.

Una famiglia che, ogni giorno, sostiene e cresce insieme a coloro che accoglie.

Abbiamo intervistato la Dott.ssa Beatrice Pini, Responsabile del nostro Centro Servizi Orizzonte di Macerata, per toccare più da vicino la quotidianità di un servizio che rappresenta un supporto di vitale importanza per le famiglie del nostro territorio.

 

Come Responsabile Centro Servizi Orizzonte, cosa ti porti della tua esperienza come educatrice nel campo della disabilità?

Avere a che fare a livello operativo con la disabilità aiuta a capire quanto siano differenti i bisogni di ciascuna famiglia. Dunque, nel momento in cui si passa all’organizzazione e alla gestione dei servizi, si riesce ad avere un quadro più lucido e ampio delle reali esigenze.

Per quanto riguarda il Centro Orizzonte, nel momento in cui mi sono trovata a gestirlo, ho cercato di comprendere quali potessero essere le azioni più efficaci da mettere in atto per sostenere al meglio i minori e le minori con disabilità, e le loro famiglie.

 

Cosa rappresenta il Centro Orizzonte per Il Faro e come ti piacerebbe vederlo da qui a qualche anno?

Il Centro Orizzonte rappresenta un’eccellenza per Il Faro e spero possa rimanere tale nei prossimi anni, continuando a sviluppare azioni a supporto delle famiglie e diverse rispetto alla terapia.

Il sostegno terapeutico è certamente importante in quanto permette al bambino e alla bambina con disabilità di avere miglioramenti importanti, ma serve anche altro: la famiglia, nel momento in cui scopre la disabilità, si trova isolata e ha bisogno anche di un sostegno a livello empatico ed emotivo.

Il Centro Orizzonte offre percorsi terapeutici con figure altamente professionali e predispone anche attività alternative: sia attività da fare tutti e tutte insieme, come ad esempio la tombolata di Natale, sia attività rivolte esclusivamente al bambino e alla bambina e finalizzate al raggiungimento delle autonomie sociali.

Le famiglie non hanno la possibilità di gestire ogni singolo aspetto che riguarda la disabilità dal momento che le terapie impegnano gran parte del loro tempo. Noi ci occupiamo di organizzare tutto il resto, ad esempio proponendo attività sportive.

Vogliamo continuare ad essere un Centro per bambini, bambine e famiglie. Un punto di riferimento fondamentale per il nostro territorio.

 

E, invece, cosa rappresenta per bambini, bambine e le loro famiglie?

Di fondamentale importanza è il senso di riconoscimento che riescono a trovare negli educatori e nelle educatrici del Centro. Il nostro personale è altamente preparato a livello professionale e, oltre a questo elemento fondamentale, ciò che ha fatto la differenza in questi anni e ha permesso di costruire una comunità è l’empatia che hanno sempre mostrato nei confronti di queste famiglie. È per questo che molte di loro, nonostante le spese che devono sostenere, decidono di rimanere al nostro Centro: si fidano della nostra competenza e hanno a cuore il senso di accoglienza che sono riuscite a trovare.

In questo lavoro oltre alla professionalità, ad essere necessarie sono caratteristiche che non si acquisiscono, ma che fanno parte della persona, come l’umiltà, la calma e l’empatia.

 

Il Centro Orizzonte quest’anno compirà dieci anni, qual è l’importanza della rete che siamo riusciti a costruire?

La presa in carico del bambino o della bambina riguarda più centri. Le famiglie, considerando la spesa minore da sostenere, decidono di fare alcune terapie con enti convenzionati, i quali non riescono a fornire però altri supporti, come la diagnosi dello spettro autistico o l’intervento comportamentale che, invece, vengono offerti da noi.

La costruzione di una rete, dunque, è di fondamentale importanza per riuscire a sostenere i bambini, le bambine e le loro famiglie a 360°.

Inoltre, dal momento che l’intervento comportamentale dev’essere fatto in struttura e in tutti i contesti di vita del bambino o della bambina, è importante la costruzione di una rete anche con persone non professioniste. In tal senso dobbiamo coinvolgere anche l’autista del bus. Più tutta la comunità viene sensibilizzata su questa tematica, più l’aiuto potrà essere efficace.

Ed è per questo che risulta di fondamentale importanza la co-progettazione con gli enti comunali che, sollecitando altre associazioni che si occupano di disabilità, rendono possibili azioni collettive in grado di fare realmente la differenza. Si tratta di una collaborazione che deve poggiare su una solida base di fiducia ed essere indirizzata verso un obiettivo comune. Questa è la cosa più difficile e più necessaria.

 

Alcuni dei nostri progetti sono finalizzati a rompere l’isolamento in cui si trovano molte famiglie che vivono la disabilità. Qual è l’importanza del continuare a sostenere questo tipo di iniziative?

Troppo spesso le famiglie che vivono la disabilità vengono lasciate sole. L’isolamento sociale e il senso di abbandono che provano queste famiglie ha conseguenze su tutto il nucleo familiare, non solo sul minore con disabilità. Quello che stiamo cercando di fare, per le famiglie del Centro Orizzonte, è creare momenti ricreativi semplici dove possano sentirsi più protette.

La disabilità, inoltre, ha un risvolto sui fratelli e le sorelle di questi bambini e bambine, i Siblings. È importante sensibilizzare la comunità intera su questa tematica: non dobbiamo limitarci a parlare esclusivamente della persona con disabilità, dobbiamo parlare anche di tutte quelle persone che quella disabilità la vivono.

Il primo destinatario della campagna di raccolta fondi organizzata a Pasqua dal nuovo ufficio di fundraising è stato il Cento Orizzonte. Cosa rappresenta la collaborazione tra profit e non profit e quali risultati potrebbe portare?

Il primo beneficio è sicuramente quello economico: le famiglie si trovano costrette a rinunciare, in certi mesi, ad alcune terapie e le donazioni provenienti dalle aziende riuscirebbero ad alleggerire le spese che gravano sulle loro spalle.

Inoltre, attraverso la collaborazione tra profit e non profit è possibile sensibilizzare maggiormente l’intera comunità, far vedere che anche aziende che non si occupano di sociale, capendo l’importanza del lavoro che facciamo, decidono di sposare la nostra causa. Vorrei diventasse una buona prassi l’impegno a fare del bene alla comunità.

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