Avvistati aerei di carta svolazzare nelle aule scolastiche? No, in classe di Hyman (nome di fantasia) sono i banchi a volare, il suo fisico atletico non fa alcuna fatica a scagliarli in aria durante la lezione.
Questi “eccessi di energia”, però, sembrano non aver raccolto i consensi della Dirigenza Scolastica … gli sono costati ben due sospensioni e una candidatura all’“Oscar” per la terza sospensione ed espulsione definitiva dagli edifici scolastici.
È nel mezzo di questa furia incontrollata che si è inserito Simone, educatore della Cooperativa IL FARO impegnato sul campo, anzi su strada, come da programma “Educativa di Strada”.
«Come hai approcciato Hyman?»
«Ci siamo sentiti telefonicamente per fissare un appuntamento e ci siamo incontrati nei paraggi dello stadio, l’ho raggiunto in macchina e gli ho dato un strappo fino in palestra parlando del più e del meno.»
Ehi lettore, scommetto che sei rimasto scioccato! Chi avrebbe mai detto che un ragazzo così ostile e aggressivo avrebbe accettato con tanta facilità, e senza alcuna costrizione, di presentarsi all’incontro con l’ennesimo “esperto” … presumibilmente incaricato di rimproverare i suoi comportamenti.
Semplice, perché il compito del nostro servizio è accompagnare, non giudicare. Il compito del nostro servizio è stimolare, non ordinare.
Il vero cambiamento deve farlo l’utente beneficiario, non può essere imposto dall’esterno, ma soltanto facilitato da figure professionali poste al suo fianco.
Catalizzare questa forza endogena implica un complesso lavoro “dietro le quinte”: riunioni tra équipe di educatori, una coordinatrice, una psicologa e un’assistente sociale, la concertazione di tutte le figure per un approccio integrato ad ogni singolo caso, costante monitoraggio e supervisione degli sviluppi, supporto pratico emotivo nella gestione.
EDUCATIVA DI STRADA nasce come percorso educativo di prossimità a sostegno di minori di età compresa tra gli 11 e i 19 anni che vivono in situazione di disagio, a rischio devianza e in condizione di povertà educativa.
Ecco perché i nostri educatori entrano in punta di piedi nei vissuti dei ragazzi, attuando un contatto destrutturato, che esorbita dai soliti schemi frontali dove la figura educante si trincera dietro una scrivania per imporre il suo punto di vista, senza cercare di dialogare con la visuale della persona presa in carico.
Simone si è reso disponibile ad assimilare i gusti musicali di Hyman – brani Trap. Seduti insieme davanti al PC hanno anche passato in disamina e trascritto i testi delle canzoni, ma, ahimè, tutti i suoi sforzi non sono serviti a farsi contagiare da questo genere musicale connotato da un linguaggio molto crudo e dai toni aggressivi. In compenso, però, si è conquistato la fiducia di Hyaman e un “complimento” (o, perlomeno, Simone ha preferito considerarlo tale):
«Tu Simone sei davvero un tipo strano!».
È già passato un anno e mezzo da quel primo incontro, quel ragazzino di 16 anni intrappolato nel suo disagio emotivo, figlio di un contesto famigliare problematico ha fatto molta strada …
Si è “scontrato” innumerevoli volte con Simone, è tornato a cercarlo altrettante volte, ha avuto delle ricadute, si è rimesso in carreggiata, si è fatto negare, non ha mai mancato gli appuntamenti fissi al Centro di Aggregazione, sempre presente nei pomeriggi dedicati allo studio (si è anche permesso di ammonire un’educatrice dicendole: «Non mi disturbare, sto studiando!»), si è dimostrato solidale nei confronti degli altri ragazzi, rispettoso delle loro fragilità, volenteroso, responsabile …
Hyman è cresciuto, è riemerso … e non poteva essere diversamente, visto che sta prendendo il brevetto da “Bagnino di Salvataggio”!
«Simone, qual è il segreto del successo del tuo intervento educativo?»
«Intercettare la persona così com’è, nei suoi luoghi, nei suoi spazi, avvicinarsi senza lasciarsi condizionare da preconcetti e valutazioni, restargli accanto aspettando il momento giusto per instaurare un processo di cambiamento, il SUO MOMENTO. Se confronto il suo punto di partenza con quello attuale, devo ammettere che è davvero maturato tanto. Ma è merito dei ragazzi, tutti i cambiamenti scelgono di farli loro, potrebbero farli anche senza noi educatori.»
«OK, Simone, apprezzo la tua modestia, ma quest’ultima affermazione è palesemente falsa, senza di te non avrebbe fatto tutta questa strada!»
«Va bene, lo hai detto tu!».