Sono state condotte numerose ricerche per capire l’impatto che i social media possono avere sulla salute mentale delle persone. La letteratura scientifica sull’argomento, infatti, è sempre più prolifica e le conclusioni sono tra le più disparate, quasi a voler far luce su un aspetto: che in fin dei conti i social media sono uno strumento e, come per la maggior parte degli strumenti, la differenza la fa di gran lunga come si sceglie di usarlo. Un po’ come per il coltello, che può aiutare a sfamare, se usato come utensile, o uccidere, se usato come arma.
A seconda dell’uso che noi ne facciamo.
I social facilitano informazione, svago e apprendimento, e possono favorire la connessione e la vicinanza con chi vicino non è, aiutando le relazioni sociali a distanza, la condivisone di vita con le persone che amiamo, così come per molte persone i social rappresentano un valido aiuto per fare networking o per creare o ampliare un business online.
Ma i social sono uno strumento potente, e un loro uso improprio può portare a cyberbullismo, giochi crudeli, le sfide estreme, violazioni della privacy, così come a problemi di autostima, ansia, depressione e solitudine.
La consapevolezza, la responsabilità e maturità fanno, in questo senso, la differenza.
Anche la capacità di scindere le notizie fake da quelle vere.
Ad esempio, cosa succede quando i ragazzi e le ragazze si imbattono in consigli di bellezza tossici e dannosi?
I contenuti dei social media mettono a rischio la salute mentale e fisica di 1 giovane su 2*.
Questo dato ce lo suggerisce il risultato di un sondaggio online, globale e multidisciplinare, condotto da Edelman DXI ad aprile in Germania, Italia, Portogallo e Francia con un campione di 2736 ragazze e ragazzi dai 10 ai 17 anni, 2036 genitori e 207 specialisti della salute mentale dei giovani (per un totale 4.979 intervistati).
È un dato che non possiamo più ignorare.
Nella fragile età dell’adolescenza, sappiamo che sempre più giovani (soprattutto ragazze) basano la loro autostima sul continuo confronto con immagini che, molto spesso, non corrispondo alla realtà. I messaggi veicolati possono essere talmente fuorvianti al punto da rischiare di minare la costruzione della loro autostima?
Il Costo della Bellezza di Dove è uno spot che ha voluto, attraverso la toccante storia di Mary, sensibilizzare sul tema e lanciare al tempo stesso un grido d’allarme per impedire che l’ennesima ragazza “si ritrovi a misurare ossessivamente il punto vita, la circonferenza delle gambe, o controlli morbosamente i chili sulla bilancia per allinearsi a quei presunti modelli di perfezione che si possono trovare ogni giorno sui social media.”
Sulla rivista Psychology Today si legge che diverse piattaforme di social media hanno effetti devastanti. Ad esempio, uno studio citato su Ilpost ha rilevato che il 32% delle ragazze adolescenti ha affermato che quando si sentivano male con il proprio corpo, Instagram le faceva sentire ancora peggio.
“Questi risultati, inoltre, estendono la ricerca precedente suggerendo che questo impatto negativo si verifica longitudinalmente e può influenzare negativamente lo sviluppo dell’autostima dell’aspetto durante una fase di transizione vulnerabile per la formazione dell’identità.”
Nel saggio scientifico “Social comparison as a predictor of body dissatisfaction: A meta-analytic review” (Myers, T. A., & Crowther, J. H.), apparso su Journal of Abnormal Psychology e volto a indagare la relazione tra confronto sociale e insoddisfazione corporea, si conferma l’idea che i social media offrono agli adolescenti e alle adolescenti un paragone sempre più “facile” e distorto che compromette l’autostima e aumenta l’insoddisfazione del proprio corpo.
L’azione sinergica della comunità educante
La vita dei ragazzi e delle ragazze si svolge tantissimo nella rete, e nella rete e alla rete affidano e convogliano il loro vissuto, i loro sentimenti e i loro sogni, molto di loro stessi. Con tutti i rischi che ne conseguono, alcuni dei quali abbiamo leggermente introdotto attraverso lo spot di Dove, è fondamentale mettere in campo continue azioni sinergiche di tutti coloro che si occupano dell’educazione dei ragazzi e delle ragazze. In altre parole, della comunità educante.
Ma che cosa si intende per comunità educante?
“La comunità educante comprende l’insieme dei soggetti coinvolti nella crescita e nell’educazione dei minori: una comunità che cresce con loro, e non solo per loro; che educa gli adulti del domani, ma che si fa anche educare e cambiare da loro”.
Con i Bambini
È la comunità tutta, comprendente la famiglia, la scuola, le associazioni che si occupano di sport e tempo libero, che ha influenza sull’educazione e che perciò dovrebbe prendere per mano i ragazzi e le ragazze.