Che alcune professioni siano più a rischio burnout di altre è un dato di fatto, basta pensare a tutte le professioni d’aiuto al prossimo, come quelle che ruotano intorno ai servizi socio educativi, socio assistenziali e socio sanitari.
Ricoprire certi ruoli, infatti, non significa soltanto mettere in campo le proprie competenze tecniche, bensì impiegare molte delle proprie energie psichiche e abilità sociali nel rapporto con l’assistito.
Lo spettro del burnout, letteralmente “bruciato/esaurito/scoppiato”, purtroppo, è sempre in agguato nelle professioni più suscettibili all’esaurimento da lavoro. Ne sanno qualcosa gli operatori specializzati in servizio socio sanitari, socio assistenziali e socio educativi, inevitabilmente esposti ad un intenso coinvolgimento emotivo e a forti implicazioni relazionali nello svolgimento delle proprie mansioni.
Avere cura del proprio team è estremamente importante all’interno di ogni ambiente lavorativo, e diventa un presupposto imprescindibile quando lo stesso team è deputato al soddisfacimento dei bisogni degli utenti. La logica che soggiace a questa relazione causa-effetto è la stessa che regola il semplice ragionamento “prendersi cura di sé per prendersi meglio cura degli altri”.
Per questo il benessere organizzativo aziendale è da sempre un tema molto sentito nella cooperativa IL FARO, e non potrebbe essere altrimenti per una realtà ultratrentennale la cui mission recita proprio: “Insieme, dove c’è bisogno. Un team con a cuore i tuoi bisogni”.
Creare le condizioni utili affinché ogni singolo membro del team possa sentirsi a proprio agio, dunque nella posizione di poter esprimere il meglio di sé senza remore e senza stress, significa catalizzarne inevitabilmente la produttività personale. Traslato nell’ottica aziendale: promuovere il benessere del singolo significa investire nel successo dell’impresa, un investimento dal rendimento garantito!
IL FARO: la luce in fondo al tunnel del burnout
In casa IL FARO, l’Ufficio Risorse Umane somministra semestralmente dei questionari per sondare il clima aziendale, per raccogliere tutti gli indizi di discomfort, magari non percepibili nell’immediato, ma che potrebbero innescare dei processi stressogeni futuri.
L’adozione di questa pratica negli ultimi anni ha permesso di individuare il bisogno di sostegno che alcuni operatori, per la natura intrinseca della propria professione, avvertono più o meno ciclicamente. Ne è conseguita l’introduzione di incontri periodici con esperti capaci di offrire al personale un adeguato supporto per la prevenzione e gestione degli stress emotivi e organizzativi responsabili di burnout.
Gli incontri fungono da un lato come spazio di ascolto per la condivisione di eventuali disagi lavorativi, e dall’altro offrono gli strumenti utili ad affrontare le varie criticità, andando a rafforzare l’empowerment di ciascun operatore.
A tal proposito, il Dott. Marco Splendiani, psicologo e psicoterapeuta, formatore specializzato nei corsi di aggiornamento e sviluppo professionale riservati agli operatori della cooperativa, spiega:
“È importante che gli educatori scolastici e/o domiciliari apprendano come sopravvivere alle tempeste dei vissuti negativi dei minori e delle loro famiglie, come riconoscere cosa c’è di vero dietro le loro lamentele, come gestire sé stessi rispetto a racconti traumatici e dolorosi, come tollerare l’incertezza, come gestire la loro onnipotenza, come ritrovare speranza dove c’è solo disperazione. Chi lavora nel sociale deve essere capace di differenziare il vissuto personale da quello professionale. Il burnout rappresenta un baratro in cui è prioritario non inciampare; la formazione, e quindi anche la supervisione, rappresenta il mezzo con cui l’educatore può riflettere, dare significato e affrontare il lavoro con strumenti differenti. Il burnout non giunge da un momento all’altro, ma si può scegliere come individui consapevoli di prendersi cura di sé stessi in modo preventivo”.
IL FARO SOCIALE: un team con a cuore i tuoi bisogni e … con a cuore i bisogni del team!